Il salone del gusto è stata l'occasione, l'avevo già scritto, per conoscere prodotti nuovi, ma soprattutto per incontrare. Passeggiando qua e là per gli stand dopo la mia presentazione, dopo esserci concessi una birra superlativa e alla ricerca di un caffè, ci siamo imbattuti nello stand dei produttori di patate dell'alta Valle Belbo. Ci siamo avvicinati attirati dalle patate viola e abbiamo avuto l'occasione di incontrare delle persone incredibili, appassionati coltivatori di prodotti antichi, come la patata rossa e la patata viola.
Quelli che vedete nella foto sono Mauro Ravotto a sinistra e Paolo Ferrero a destra, e mi hanno mandato qualche notizia in più sui loro prodotti. Vi racconto la loro "storia" perché con i loro racconti ci hanno appassionato, perché i loro prodotti, davvero ottimi, raccontano la fatica e l'amore con cui queste persone si dedicano alla terra, tramandando storie antiche.
Il Consorzio di Valorizzazione e Tutela della Patatadell’Alta Valle Belbo, nato nel 1998, è una realtà territoriale che in questi
ultimi anni ha raggiunto dimensioni ed operosità considerevoli e,
nel corso del 2012 l’attività è stata in forte crescita. Proponendosi la tutela e la valorizzazione di un prodotto di
nicchia, come la patata dell’Alta Valle Belbo, svolge tutte quelle attività
promozionali e tutelanti il marchio e la tracciabilità del prodotto, che in
termini quantitativi sta aumentando, sia perché vi è maggior produzione sia per
la volontà di alcune aziende nuove di associarsi.
La patata dell’Alta Valle Belbo ha caratteristiche
qualitative ed organolettiche uniche, proprio perché è coltivata in un
territorio che per altitudine e per composizione chimico-fisica garantisce
caratteristiche particolari ed inconfondibili che si vogliono valorizzare e far
conoscere.
Le aziende agricole associate sono nove, distribuite lungo
la valle del fiume Belbo, sono condotte in particolare da giovani agricoltori,
molto entusiasti della richiesta in crescendo dei vari mercati, dei consumatori
privatie con costanza e metodo propongono questo prodotto riportando gli
antichi equilibri ed armonia della natura, come già si faceva nel passato con un
sistema di produzione che riprende le
antiche metodologie naturali di coltivazione della patata priva di irrigazione.
La produzione si estende su di una superficie di pochi
ettari per un quantitativo di prodotto che si aggira intorno ai 1500 quintali. Il bacino di utenza del mercato è quello dell’Alta Langa, dell’Albese della
vicina Liguria e del torinese.
Le aziende del Consorzio che hanno un occhio di riguardo per
la qualità, hanno aderito ad un sistema di certificazione volontaria e
tracciabilità tramite un progetto della Camera di Commercio che prevede la
stampa di etichette con QR-code che vengono apposte sui sacchi e danno la
possibilità al consumatore di risalire immediatamente al lotto e all’azienda di
produzione.
La collocazione della valle del Belbo, non permette una
logistica di trasporti e consegne molto veloci, perché non è servita da grandi
strade di comunicazione.
La sede del Consorzio è Mombarcaro (CN), nell’Alta Langa, dove il territorio non consente grande facilità nei processi di lavorazione, in quanto i terreni sono particolarmente scoscesi e scomodi, seppur garantiscano grandi qualità ai prodotti.
La sede del Consorzio è Mombarcaro (CN), nell’Alta Langa, dove il territorio non consente grande facilità nei processi di lavorazione, in quanto i terreni sono particolarmente scoscesi e scomodi, seppur garantiscano grandi qualità ai prodotti.
Le patate viola veninano già coltivate nell'antichità, poi con l'arrivo della meccanizzazione, questa varietà si era persa, perché bisogna raccoglierle a mano. La raccollta viene fatta a fine settembre. La sua polpa è farinosa, di colore viola ideale per il purè, gnocchi, e fritta.
Tornata a casa con i mie due sacchetti di patate (viola e rosse) mi son messa all'opera per "testare" il prodotto. Ero curiosa di metterle alla prova!
Così ho preso quattro patate, due viola e due rosse, per provare a lessarle e a friggerle come suggerito da Mauro e Paolo...
Quindi ho affettato con la mandolina una patata per tipo e poi le ho messe in acqua fredda con un cucchiaino di sale. Le ho lasciate a bagno per un'oretta, e poi una volta asciugate le ho fritte in abbondante olio di semi di arachide.
Il risultato è ottimo. Mi aspettavo che le patate viola fossero più dolci, invece hanno un delicato retrogusto di nocciola. Rimangono entrambe molto croccanti e notevolmente gustose! Davvero eccellenti!
Poi le ho provate lesse, le ho messe in abbondante acqua fredda, leggermente salata, e portate a cottura col coperchio. Risultato ottimo anche in questo caso. Risultato parecchio farinose, quindi tendono ad assorbire molto il condimento (ho usato olio EVO di Alghero e un pizzico di sale).
Sono sicuramente ottime per gli gnocchi essendo così farinose. Ottime comunque anche in purezza, potrebbero guadagnarci con una fondutina al parmigiano, o perché no con una fondutina di robiola di Langa, per rimanere sul territorio.
Insomma andate a trovare questi simpatici produttori!!!
Ravotto Mauro
Fraz. Bragioli, 3 - 12070 Mombarcaro (CN)
mauroravotto@tiscali.it
Ferrero Paolo
Loc. Viglierchi, 13 - 12070 MOmbarcaro (CN)
paolodevre@gmail.com
L'ultima domenica di luglio, a Mombarcaro, il Consorzio di
Valorizzazione e Tutela della Patata dell'Alta Valle Belbo, in collaborazione con
il Comune, organizza la "Sagra della Patata", dove vengono
esposte diverse varietà di tuberi coltivati in un campo sperimentale dai soci
del consorzio.
Ciao! Anch'io ero stata attirata da queste patate e avrei seriamente voluto comprarle ma ormai ero già carica come un mulo da soma...Adesso me ne pento ancora di più vedendo il tuo post! bacio
RispondiEliminaE' un peccato perchè io a Vicenza e dintorni non sono mai riuscita atrovarle. A Torino si trovano nei mercati della coldiretti, o nei mercatini biologici :-)
Eliminaa presto
Marta