lunedì 2 aprile 2012

Il Veneto incontra il Piemonte: gnocchi al Castelmagno e bruscandoli

Questo sabato in piazza dei Signori a Vicenza siamo stati accolti da un fantastico mercatino di prodotti tipici dalle regioni d'Italia (mannaggia a me avevo lasciato a casa la mia machina fotografica). Al secondo banco eravamo già sull'orlo di un attacco da shopping compulsivo...dopo qualche secondo ci sono tornati in mente i buoni propositi salutistici, e così dopo un giretto di ricognizione ci siamo fatti rapire dal Piemonte e dai suoi formaggi, e successivamente da un simpatico mercante che ci ha raccontato il Castelmagno e consigliato sul come utilizzarlo...un incanto!


Il Castelmagno è un formaggio italiano a denominazione di Origine Protetta,  prodotto nel territorio dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana e ha origini antichissime. Le prime notizie di un formaggio con questo nome, utilizzato come forma di pagamento delle gabelle dagli abitanti della zona, risalgono alla fine del tredicesimo secolo; probabilmente la sua produzione iniziò però ben prima, forse intorno all'anno mille.Il castelmagno viene prodotto a partire da latte intero vaccino (con rare, eventuali aggiunte di piccole percentuali di latte ovino e caprino) da bestiame di razza piemontese alimentato a foraggio fresco o fieno proveniente da prati misti o pascoli. Viene considerato di particolare pregio il formaggio ottenuto dagli allevamenti situati proprio a Castelmagno.


 Si tratta di un formaggio a pasta semidura, erborinata, prodotto in forme cilindriche con diametro fra i quindici ed i venticinque centimetri. La crosta, piuttosto fine, è giallo-brunastra, con varianti più scure a seconda della stagionatura, mentre la pasta è bianca o tendente al giallognolo, giallo oro se stagionata, con rare venature verdi (da Wikipedia e Formaggio.it)

Vi chiederete come sia nato il connubio con i bruscandoli: semplicemente erano nel frigo ad aspettare di saltare in padella! :D


In realtà è stata la primavera a regalarcelo! Si tratta del luppolo selvatico, che in questo periodo inizia a germogliare tra le siepi nei campi e lungo i fossi, e si offre generoso a chi, spinto dal sole che torna a scaldare la terra, approfitta delle belle giornate per fare qualche scampagnata e torna a casa come me con borse piene di erbette selvatiche! Solitamente si usa per arricchire frittate o si mette nel risotto (che vi consiglio assolutamente di provare!).
Visto che era in frigo e che avevamo portato a casa un altro grande ospite abbiamo pensato di presentarli, e accompagnarli ad una mia grande fissa (a questo punto l'avrete capito): gli gnocchi!




Ingredienti:
400 gr di gnocchi di patate
100 gr di Castelmagno
20 gr di panna fresca
150 gr di bruscandoli (luppolo selvatico)

Mettete sul fuoco una capace pentola con acqua salata e portate a bollore. 
Mettete un filo d'olio in un wok saltapasta e mettetevi i bruscandoli tagliati a pezzetti non troppo piccoli, salate e fate cuocere, aggiungendo un po' d'aqua, per 10-15 minuti.
Buttate gli gnocchi nell'acqua bollente. Nel frattempo in un pentolino, versate la panna e il Castelmagno sbriciolato e e fate sciogliere dolcemente mescolando con una spatola a fiamma bassa (fate attenzione a non far mai arrivare a bollore altrimenti il formaggio si straccia).
Quando gli gnocchi verranno a galla, tresferiteli nella padella con i bruscandoli con l'aiuto di una schiumarola, aggiungete quindi il castelmagno fuso. Girate gli gnocchi delicatamente in modo da amalgamare il condimento, tenendo la fiamma bassa. 
Non vi resta altro da fare che servirli e mangiarli!


I bruscandoli aggiustano ed equilibrano il sapore forte del castelmagno: una vera bontà!
Buon appetito!


3 commenti:

  1. Bellissimo abbinamento, il castelmagno l'ho provato tempo fa e mi ha conquistato. Questi gnocchi sono perfetti per il pranzo di Pasqua

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